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Giuseppe Verdi - Orizzonte degli Introvabili - Oggetti unici, particolari e....tanto altro

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Giuseppe Verdi dipinto da Giovanni Boldini. (1886)

 
 
 
 

"100° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI GIUSEPPE VERDI”

Verdi Giuseppe Fortunino Francesco, nasce a Roncole (Parma) nel 1813. Intraprese i primi studi, verso gli otto anni, riuscendo, intorno ai dodici anni, a svolgere mansioni organistiche, disimpegnate anche quando fu mandato a Busseto per completare la sua educazione musicale. In questo periodo fu provvidenziale l’amicizia di Antonio Barezzi, commerciante,  nella cui casa si riuniva, per le prove, la banda musicale diretta da Ferdinando Provesi, primo maestro di Verdi.  Nel 1836, ottenne presso il Comune di Busseto un incarico musicale facendosi apprezzare  quale direttore di banda, compositore e pianista. Nello stesso anno sposò Margherita, figlia del Barezzi che perse poi nel 1840 dopo aver perduto anche i suoi due figli. Al 1837 risale la prima opera di Verdi “Oberto Conte di San Bonifacio”.  Ritornato a Busseto nel 1842 compose il “Nabucco” che rappresentò a Milano. Con “I Lombardi alla prima crociata” (1843) la musica di Verdi entrò nel clima e nella coscienza risorgimentale come componente di rilievo della storia di quegli anni. L’accostamento della sua musica agli ideali patriottici continuò con l”Ernani”. Dopo un periodo di ricerca, Verdi compose “I due Foscari”, “Giovanna d’Arco”, “Alzira”,  “Macbeth”.
Una punta massima di fervore musicale e patriottico è nella “Battaglia di Legnano” (1849), eseguita a Roma in pieno clima repubblicano. La portata europea del genio di  Verdi fu suggellata dai famosi capolavori: “Rigoletto”, “Trovatore”, “Traviata”, “Don Carlos”, “Lohengrin”, “Aida”. Seguirono i “Vespri siciliani”, “Simon Boccanegra”, “Un ballo in maschera”, “La forza del destino”. Vengono, poi, “Otello”, “Falstaff” e la “Messa da requiem”.
Comprò un vasto terreno alla periferia di Milano per erigervi una casa di riposo per i musicisti poveri ed anziani. Ai primi del ’97 ebbe un lungo svenimento che fece pensare al peggio. Morì invece Giuseppina Strepponi, suo grande amore. Fu un colpo terribile per il vegliardo artista. Si trasferì a Milano nel solito albergo di Via Manzoni.  E quì, nel gennaio del 1901, colto da paralisi spirò sei giorni dopo senza aver ripreso conoscenza. La sua salma fu traslata, insieme a quella di Giuseppina, dal cimitero monumentale alla cripta della casa di riposo.

 
 
 
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