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Orazio - Orizzonte degli Introvabili - Oggetti unici, particolari e....tanto altro

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Quinto Orazio Flacco ritratto immaginario di Anton von Werner

 
 

“BIMILLENARIO ORAZIANO”

Quinto Orazio Flacco, poeta latino (Venosa, 65 – Roma, 8 a.C.).
Figlio di un liberto, dovette ai sacrifici ed alla sagace guida del padre un’educazione letteraria ed una solida formazione morale, degna di un nobile.
Virgilio e Vario lo presentarono a Mecenate,  cui si legò di stretta amicizia.
Perduto il poderetto del padre, Orazio realizzò il sogno di possedere, per munifico dono dell’amico, un podere in Sabina, luogo d’evasione dalla convulsa vita di Roma.
Di quest’ultima, tuttavia, seguì sempre gli aspetti e i fermenti.
Entrato nelle grazie di Augusto, rifiutò incarichi ufficiali e preferì gli ozi meditativi, dedicati alla filosofia, alla lettura, alla poesia. Le sue poesie, infatti, ora brillanti, ora spregiudicate, somigliano alle variazioni di un tema di musica intonata con un nitore che non ha pari nell’antica poesia.
Tutta la sua opera esprime mirabilmente uno stato d’animo di sereno equilibrio interiore e di saggia accettazione della vita, pur con le sue malinconie e le sue difficoltà.

Di gran lunga più autentiche appaiono le liriche, in cui il male di vivere è medicato dal “carpe diem”.
Le sue opere: “Gli Epodi (o i Giambi)”, “Le Satire”, “Le Lodi”, il celebre “Carme Secolare”, “Le Epistole”.


 
 
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