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Pietro Mascagni - Orizzonte degli Introvabili - Oggetti unici, particolari e....tanto altro

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“50° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI PIETRO MASCAGNI”


Pietro Mascagni nasce a Livorno nel 1863 e muore a Roma nel 1945. Destinato dal padre agli studi classici, si dedicò invece a quelli musicali (pianoforte, arpa e composizione), cimentandosi ancor giovanissimo, tra il 1879 – 1880, nel genere sinfonico e sacro (una sinfonia, un kyrie, un’ave Maria, ecc.).
Allo stesso periodo risale la cantata “In filanda” (rielaborata poi in una versione operistica col titolo di “Pinotta”) che gli valse,  insieme con altra musica, per ottenere il consenso paterno al proseguimento degli studi presso il Conservatorio di Milano, resigli peraltro possibili dal mecenatismo del Conte Florestano De Larderel.
Temperamento istintivo e riluttante a qualsiasi disciplina interiore, Mascagni abbandonò il Conservatorio, girovagando con impresari di spettacoli operistici con l'incarico di direttore d’orchestra e, svolgendo poi una molteplice attività a Cerignola (Foggia), dove si era stabilito.
Un concorso bandito nel 1889 dalla casa editrice Sonzogno lo infervorò nella composizione della celebre “Cavalleria rusticana”, suo capolavoro, approntata in due mesi e rappresentata con enorme successo a Roma 1l 17 Maggio 1890.
Le funzioni di caposcuola del verismo musicale italiano e la popolarità che ben presto circondò la sua figura, non riuscirono ad ottenere dal giovane musicista l’impegno di un approfondimento culturale e stilistico.
Mascagni, infatti, finì col sopravvivere al suo capolavoro, pur arricchendo la sua parabola artistica di opere disuguali ma tutte incentrate sull’emozione della melodia e polemicamente lontane dal grande rinnovamento che l’Europa andava svolgendo in campo musicale.
Nella consapevolezza del suo limite d' immediatezza espressiva, si svolsero le altre opere, tra le quali “L’amico Fritz” (1891), “I Rantzau” (1892), “Guglielmo Ratclif” (1895), “Iris” (1898), “Le maschere” (1901), “Isabeau” (1911), “Il piccolo Marat” (1921) e “Nerone” (1935).

 
 
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