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Scalpellino - Orizzonte degli Introvabili - Oggetti unici, particolari e....tanto altro

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"LO SCALPELLINO"

La lira sammarinese era la valuta ufficiale della Repubblica di San Marino dal 1865 fino all'introduzione dell'euro nel 2002. Aveva valore pari alla lira italiana.
A San Marino avevano valore legale anche la lira italiana e la lira vaticana. Le monete sammarinesi erano coniate a Roma ed avevano valore in tutta Italia e nella Città del Vaticano.
San Marino, pur non facendo parte dell'Unione europea, proprio in forza degli accordi finanziari con l'Italia, passò all'euro nel 2002. Lo stato pertanto può coniare una propria serie di monete in euro.
Dal 1975 cominciò la coniazione di monete commemorative da Lire 500 che per la Repubblica di San Marino sono state sempre coniate dalla Zecca dello Stato Italiano, con questa prima moneta d'argento che raffigura San Marino nell’atto di scalpellare la pietra. La moneta è conosciuta come “Lo scalpellino”.
Proprio come nelle storie più belle ed avvincenti anche la Leggenda di Marino viene trascritta per la prima volta in un racconto scritto in latino di un anonimo autore.
Era l’anno 257 dopo la nascita di Cristo, quando al comando dell’Impero Romano c’erano Diocleziano e Massimiano. La "location" della nostra leggenda è Rimini che, dopo l’assedio del re dei Liburni ha riportato gravi danni alla cinta muraria che necessitava di essere ripristinata ed in molti tratti ricostruita.
Un pò come per la corsa all’oro, a Rimini arrivò manodopera da paese anche molto lontani, in cerca di lavoro e fortuna. Fra i tanti tagliapietre, arrivarono anche Marino e Leo dall’isola dalmata di Arbe.
Marino divenne noto a Rimini per le doti di grande lavoratore, per la moralità e la fede cristiana.
Come Leo e Marino, altri tagliapietre giunsero sul Titano per estrarre la pregiata pietra. Dopo tre anni di permanenza, Leo andò a rifugiarsi su un vicino monte mentre Marino scese nuovamente a Rimini, dove rimase per una decina di anni finché non giunse dalla Dalmazia una donna che diceva esser sua legittima moglie. Marino scappò dalla città di Rimini e si rifugiò sulle sommità del Titano.
Marino trovò rifugio ai piedi del monte, in località Baldasserona, dove visse in un rifugio scavato nella roccia per un anno esposto alle intemperie e alle fiere.
Proprio in punto di morte il Santo pronunciò la frase più importante per la storia dell’indipendenza sammarinese: "Relinquo vos liberos ab uterque homine". La traduzione italiana della frase è "Vi lascio liberi da entrambi gli uomini" intendendo il Papa e l’imperatore, lo Stato Pontificio e l’Impero.

 
 
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