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Tintoretto - Orizzonte degli Introvabili - Oggetti unici, particolari e....tanto altro

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Autoritratto del Tintoretto (1548 circa)

 
 

“IV° CENTENARIO DELLA MORTE DEL TINTORETTO (1594 – 1994)”


Jacopo Robusti, detto il Tintoretto (Venezia 1518 – 1594), figlio di un tintore (da qui il soprannome), frequentò solo per qualche giorno la scuola di Tiziano e si formò, quindi, senza maestro, studiando con grande interesse le opere di Michelangelo.
Opere sue tra le più importanti sono, a partire dal 1544, le grandi tele per la scuola di San Marco, per la scuola della Trinità, ma soprattutto per quella di San Rocco, alla cui decorazione si dedicò per ventitre anni, dipingendo scene del Vecchio e Nuovo Testamento, tra cui "La crocifissione".
Numerosi i suoi ritratti eseguiti per privati, principi e sovrani. Da citare le grandi composizioni del Palazzo Ducale, le allegorie dell’anticollegio del 1578, le sale del collegio e dello scrutinio, i soffitti delle sale del Senato ed infine l’immensa tela, la più grande che non sia mai stata dipinta del Paradiso per la sala del gran Consiglio.
Altre sue opere da ricordare sono: “La Susanna al bagno”, (1561), “La Danae” (1555-1560), “La sepoltura di Cristo”, “L’ultima cena” e “La manna”.
La mole di produzione del Tintoretto è veramente eccezionale, tanto più se si tien conto della vastità delle dimensioni delle sue opere: si spiega con la sua dedizione assoluta all’arte, oltre che con la sua capacità di dipingere rapidissimamente.
I suoi disegni testimoniano l’ammirazione per l’arte michelangiolesca e l’arte tizianesca, per i colori e l’imitazione della natura. Ma nella rapida evoluzione successiva il suo temperamento appassionato, unito ad una eccezionale libertà fantastica, giunse a dare alla immagine una rapidità quasi irreale, in cui è difficile ritrovare la discendenza da ognuno dei grandi maestri che l’artista stesso e i suoi critici consideravano suoi ispiratori.

 
 
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