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Walter von der Vogelweide - Orizzonte degli Introvabili - Oggetti unici, particolari e....tanto altro

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"WALTER VON DER VOGELWEIDE"

Considerato già durante il medioevo come uno dei cantori più illustri, W. rappresenta tutt’ora il culmine della lirica medio alto tedesca per «la forza del linguaggio creativo, la ricchezza di metafore e la molteplicità e varietà dei suoi Lieder» (U. Schulze). La sua ampia produzione (circa 550 Lieder in più di 120 "Töne") è stata tramandata in molti manoscritti fino al basso medioevo. La sua opera comprende tre forme poetiche: il "Minnesang", la "Spruchdichtung" e il "Leich". Nonostante i due primi generi letterari non siano in realtà nettamente distinti, si preferisce ugualmente mantenere tale suddivisione per motivi di praticità (Hahn). Il "Leich" invece occupa un posto a parte. La critica più recente ha sottoposto a una totale revisione la vita e l’opera di W., che soprattutto a partire dall’Ottocento erano state fraintese. W. era stato considerato, da L. Uhland in poi, il primo poeta nazionale tedesco, la personificazione dell’anima e della coscienza della Germania, ed era stato poi sfruttato per scopi politico-ideologici, soprattutto durante il nazionalsocialismo, mentre oggi viene definito piuttosto un "agitatore politico". Non si possiede alcun documento relativo al luogo di nascita di W. e non risulta neppure una famiglia con questo nome nel secolo XIII. Si sono trovati molti toponimi Vogelweide e numerose località hanno rivendicato l’onore di avergli dato i natali, ma l’ipotesi più accreditata sembra essere, secondo U. Müller, quella di Bern Thum, che colloca il luogo di nascita di W. nel Waldviertel austriaco, presso il convento di Zwettl. Non è chiaro neppure se Vogelweide fosse il nome di famiglia, una designazione di origine o uno pseudonimo di poeta vagante (Wehrli). La critica più recente nega inoltre l’appartenenza di W. alla classe di cavaliere che gli è stata attribuita dalla germanistica del passato, non tenendo conto che il "von" nel medioevo significava di solito semplicemente la provenienza e anche l’attributo di "Herr" non doveva necessariamente indicare un’origine nobile. L’unico documento storico in cui W. viene menzionato è il resoconto di viaggio di Folchero da Erla, vescovo di Passau, che si recava a Vienna per le nozze di Leopoldo VI. Il 12 novembre 1203, a Zieselmauer, Folchero notò che al «cantor Waltherius de Vogelweide» era stata assegnata la somma di "5 soldi lunghi" per l’acquisto di una giacca di pelliccia («seguenti die apud Zei[zemurum] Walthero cantori de Vogelweide pro pellicio. V. sol.longos»). Un’altra data decisiva è il 1220: appena verso la fine della sua vita, a 50 anni, W. ricevette il tanto sospirato feudo dall’imperatore Federico II, che il poeta ringraziò con un canto di gioia espresso nello "Spruchlied" «Ich han min lehn» ("ho il mio feudo"). Non sappiamo però dove si trovasse questo feudo (che probabilmente era molto modesto). Da questi dati e dalla dichiarazione di W. stesso di aver cantato poesie d’amore per «ben quaranta anni e anche più», si è cercato di collocare la sua vita fra il 1170 e il 1230, dato che gli ultimi suoi testi databili si riferiscono al periodo intorno al 1228. Da quanto tramandato, all’inizio del XIV secolo, da Michael de Leone, canonico di Würzburg, W. è colà sepolto, nel chiostro del convento collegiale di Neumünster (oggi chiamato Lusamgärtlein).

 
 
 
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